I bambini spiegano la scienza: su Bnews

I bambini spiegano la scienza: su Bnews

Su Bnews, la rivista dell’Università Bicocca, il prof. Edoardo Datteri racconta il progetto Alla Scoperta degli Animali Robotici.

Con grande soddisfazione, abbiamo visto bambini della scuola primaria in dialogo con quelli della secondaria. Gli argomenti in comune non mancavano, avendo condiviso il medesimo punto di partenza; avevano infatti lavorato sull’osservazione dello stesso robot, CoderBot. Un oggetto neutro e ignoto a tutti.

A parlare è Edoardo Datteri, responsabile scientifico del progetto Alla Scoperta degli Animali Robotici. Sulla rivista Bnews dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, ha raccontato i Convegni di Roboetologia, quando più di un migliaio di studenti e studentesse si sono ritrovati per condividere le loro indagini su Coderbot.

L’intervista integrale, curata da Chiara Bulfamante, è disponibile a questo link.

Qui riportiamo un ultimo passaggio che crediamo evidenzi bene il portato del progetto.

Un altro bambino ha raccontato che l’esperimento condotto non aveva confermato la sua ipotesi. E alla nostra domanda “Allora com’è andata?” ha risposto “Bene! Non avendo confermato l’ipotesi, l’esperimento mi ha insegnato qualcosa”. Questa consapevolezza riscontrata nel percepire il valore dell’esperimento in ogni caso come un successo, e non come un fallimento, è proprio quello che avevamo auspicato quando abbiamo concepito un progetto di filosofia della scienza per dei bambini.

I podcast di ‘Alla Scoperta degli Animali Robotici’

I podcast di ‘Alla Scoperta degli Animali Robotici’

Voci. Interviste ai partecipanti di ‘alla scoperta degli animali robotici’ racconta il portato del progetto, secondo i suoi partecipanti.

“Il progetto evidenziava il desiderio di scoperta dei bambini e la loro volontà di esprimersi davanti a un elemento tecnologico come un robot, cosa che non sempre accade poiché, molto spesso, rimangono passivi rispetto alla presentazione di queste tecnologie”

 “Ci portiamo a casa l’entusiasmo di quando ritornano a scuola, il pomeriggio, e vivono delle giornate con noi al di fuori della classica didattica. Questo è bellissimo.”

“Il corso è partito da capire cos’è il metodo scientifico. Tutti hanno detto ‘è la paginetta del libro’ dove ci sono i vari passaggi, salvo poi realizzare che non è il metodo che seguono gli scienziati.”

Queste sono solo alcune delle testimonianze raccolte da Voci. Interviste ai partecipanti di ‘Alla Scoperta degli Animali Robotici’: cinque podcast che raccontano il portato del progetto, secondo la prospettiva dei suoi partecipanti.

Sono intervenuti: Chiara Ferraboschi, Bartolomeo Figuccio, Mirko Luppi, Bianca Teresa Martino e Caterina Staffieri, insegnanti alle scuole primarie e secondarie di I grado.

Ognuno ha messo in evidenza ciò che più l’ha sorpreso del corso di formazione, come ha strutturato l’attività in classe, quale risposta ha ricevuto da parte dei propri studenti e delle proprie studentesse.

Ne emerge un quadro sfaccettato, il cui filo comune è l’importanza per i ragazzi e le ragazze di essere protagonisti dell’apprendimento e di scoprire la scienza vivendola in prima persona, invece di “assimilarla” dalle pagine di un manuale.

Ti interessa scoprire cosa hanno detto i docenti del progetto? I podcast sono disponibili sul canale YouTube del RobotiCSS Lab dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, cliccando qui.

Alla Scoperta degli Animali Robotici: I convegni

Alla Scoperta degli Animali Robotici: I convegni

Sono più di 1000 le studentesse e gli studenti coinvolte nei convegni di roboetologia

Alla Scoperta degli Animali Robotici si è concluso e nei migliori dei modi: con cinque convegni di Roboetologia che hanno coinvolto più di 1000 studenti e studentesse da Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta.

La Roboetologia è un’attività sviluppata dal RobotiCSS Lab dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. Consiste nell’indagine del comportamento di un robot pre-programmato attraverso domande di ricerca ed esperimenti pratici. I partecipanti sperimentano così la complessità del lavoro di ricercatori e ricercatrici, rafforzando la propria conoscenza del metodo scientifico.

La Roboetologia è anche il cuore di Alla Scoperta degli Animali Robotici, essendo l’attività pratica che docenti, educatori, educatrici hanno portato in classe, chiedendo ai loro studenti di confrontarsi con il robot Coderbot, provando ad analizzarne scientificamente il comportamento.

I loro percorsi di indagine sono stati presentati durante i convegni. Questi hanno avuto luogo tra aprile e maggio 2023, portando il progetto in sedi prestigiose come il Museo della Scienza e della Tecnologia ‘Leonardo da Vinci’ di Milano e le sale comunali di Magenta.

La scelta di organizzare dei grandi eventi collettivi come conclusione del progetto non è casuale, ma simula uno dei momenti centrali nella costruzione dele sapere scientifico, cioè il confronto tra esperti, volto a condividere considerazioni, risultati, metodi di indagine.

“Ieri è stato un giorno molto importante per me perché siamo andati in un posto bellissimo e super importante cioè al Museo della Scienza e della Tecnologia! Volete sapere perché siamo andati in questo posto? Ve lo dico… Siamo andati in questo Museo per spiegare alle altre scuole il nostro lavoro di Roboetologia”

Così racconta A. Di 8 anni dell’ICS Piero Gobetti – Trezzano sul Naviglio. Agli incontri si sono conosciuti e confrontati ragazzi e ragazze delle primarie e delle secondarie di I grado. Lo scambio di idee e considerazioni perciò non è avvenuto soltanto tra Istituti Scolastici diversi, ma anche tra età differenti. Un mescolarsi di pensieri spontaneo che ha persino sorpreso alcuni dei docenti partecipanti.

I pensieri e le considerazioni dei partecipanti ai convegni e al progetto sono state raccolte in cinque interviste audio, disponibili sul canale YouTube del RobotiCSS Lab. Ascoltale per scoprire di più sul progetto.

Lab2Lab – Sangiorgio

Lab2Lab – Sangiorgio

copertina

DI SACCO IN SACCO DI SPHERO IN SPHERO

Roberta Sangiorgio è un’insegnante e una animatrice digitale presso l’Istituto Comprensivo “G. Rodari” Macherio (MB) . Da anni tiene attività di coding nelle sue classi, aiutando anche colleghe e colleghi a prendere dimestichezza con il mondo digitale.

Grazie a Sphero – un piccolo robot sferico comandabile tramite smartphone e tablet – ha aiutato una classe terza di scuola primaria a rafforzare la propria dimestichezza con la classificazione morfologica dell’italiano, cioè con la distinzione tra nomi, articoli, verbi,  aggettivi.

«Nelle mie attività coi robot ho sempre voluto associare programmazione e obiettivi di carattere disciplinare. Questo perché si programma per raggiungere uno scopo, un fine. Quindi il linguaggio del robot, come i suoi movimenti, sono utili per l’acquisizione di altri linguaggi.»

Ma i robot rappresentano ottimi strumenti anche per obiettivi diversi dall’apprendimento di nuovi saperi. Nella classe di Sangiorgio era appena arrivato un nuovo bambino: l’attività con Sphero è stata l’occasione perfetta per inserirlo tra compagni e compagne ed aiutarlo a integrarsi.

L’attività strutturata da Sangiorgio si è articolata in tre lezioni: la prima volta a far prendere dimestichezza col robot, la seconda dedicata alla lingua italiana e alla sua classificazione, mentre nell’ultima fase – conclusiva – intensa a rafforzare quanto appreso precedentemente e prevedere i comportamenti del robot provando a creare un altro percorso.

Il primo dei tre incontri in cui è articolato il progetto è servito a prendere dimestichezza con il robot Sphero, una sfera comandabile da cellulare e tablet.

«Quando l’ho tirato fuori dalla borsa subito hanno cominciato a chiedermi che cos’era.» Per capirlo però bisogna accenderlo…
Sangiorgio li ha lasciati esplorarlo: cercare il bottone di accensione, fare ipotesi, paragoni, speculazioni, dando loro tempo per confrontare i propri ragionamenti. Dopo qualche attimo è andata a prendere un secondo robot – chiamato Blue-Bot – che già avevano conosciuto.
Installata l’applicazione sul telefono ha dato loro il tempo di sperimentare come pilotarlo. 

L’ideale sarebbe stato avere un robot per gruppo di alunni. Ma di Sphero ve n’era uno: Sangiorgio dunque ha dovuto riaddattare l’attività.

«Non solo ce n’era uno a disposizione dell’intera scuola, ma nessuno l’aveva mai usato» racconta la docente. «Le cose devono partire dal basso: se un Dirigente compra questi strumenti nella speranza che poi vengano usati, è assai probabile che rimangano nell’armadio a impolverarsi. Diverso è se sono le insegnanti o gli insegnanti che li portano in aula, ne parlano con i colleghi, mostrano loro come poterli usare. A quel punto vengono impiegati. Cosa che peraltro è capitata con questa attività: ne ho discusso con alcune colleghe che mi hanno chiesto di tenere un piccolo corso, in modo da poter impiegare i robot anche nelle loro ore.»

≪La prima cosa che ho fatto è stata consegnare a ciascun gruppo di alunni una frase in italiano, che poi hanno scomposto≫, ha raccontato la docente. Ritagliate via le parole che ancora non conoscevano, sono rimasti loro in mano nomi, verbi, aggettivi e articoli.

≪A terra allora ho disposto dei sacchetti, uno per classe morfologica. Tra questi e i gruppetti di alunni ho poi piazzato degli ostacoli, cioè delle card colorate sul pavimento.≫ A quel punto bambini e bambine dovevano capire e riportare su una scheda quale percorso avrebbe dovuto fare Sphero se avesse voluto portare la parola scritta sul pezzettino di carta nel sacchetto giusto.

Una volta studiato il percorso giusto, Sangiorgio ha chiamato un gruppo alla volta per mettere in pratica quanto progettato su carta. 

Ogni gruppetto doveva dividersi i compiti: a turno uno guidava il robot in modalità Joystic, gli altri controllavano che il percorso seguito fosse quello giusto; poi si cambiava parole e i ruoli venivano scambiati. ≪In questo modo, comunque, hanno lavorato tutti.≫

Il terzo e ultimo incontro avrebbe dovuto rafforzare ulteriormente le conoscenze e le capacità trasversali acquisite. ≪Purtroppo, però, la scuola ha dovuto chiudere a causa della pandemia, dunque non siamo più riusciti a concludere l’attività.≫

In questo ‘rush finale’ i bambini e le bambine avrebbero dovuto progettare un percorso in cui inserire degli ostacoli da evitare. Chi nel minor tempo possibile fosse riuscito a far giungere il robot al sacco giusto rispetto alla parola assegnata, avrebbe vinto la sfida. 

I vari gruppi si sarebbero poi sfidati tra di loro scambiandosi e assegnandosi nuove frasi e parole.

≪Anche se a distanza, ho comunque avuto modo di raccogliere i commenti dei miei alunni. È emerso che la stessa attività è stata recepita in molti modi diversi.≫ Qui alcune delle considerazioni raccolte:

Alla fine siamo riusciti a far fare tutto il percorso a Sphero ma abbiamo avuto un pò di difficoltà a guidarlo perché quando lo portavamo avanti, tramite il joystick, lui tornava indietro. E poi Sphero è molto difficile da guidare perchè è un robot serio.

Abbiamo imparato a programmare il robot e abbiamo imparato anche a classificare le parole, i nomi, gli articoli e gli aggetti. Abbiamo anche imparato a inserire nelle frasi gli aggettivi, nomi e verbi. Ci è servito per ripassare.

In futuro, Sangiorgio vorrebbe riprendere in mano il progetto ed ampliarlo, aggiungendo magari moduli più tecnologici, dedicati alla struttura dei robot, ma sempre tenendo come cardine l’interdisciplinarietà, punto di forza delle attività della docente.

Sei interessata o interessato al progetto di Roberta Sangiorgio? Faccelo sapere, vi metteremo in contatto.
Lab2Lab fa parte de La cassetta degli attrezzi, la sezione del sito Yunik dedicata alla condivisione di idee, attività, ricerche nell’ambito della robotica educativa.

Lab2Lab – Sangiorgio

Lab2Lab – Sangiorgio – IV parte

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DI SACCO IN SACCO DI SPHERO IN SPHERO

Gli obiettivi dell’attività progettata da Roberta Sangiorgio, insegnante in una classe elementare, erano due: rafforzare le conoscenze linguistiche dei suoi alunni, sfruttando un robot come medium, e favorire la loro coesione interna.

Negli scorsi articoli abbiamo raccontato la fase iniziale del progetto, utile a prendere confidenza con il robot Sphero, e la seconda lezione, dedicata alle categorie morfologiche della lingua italiana.

Il terzo e ultimo incontro avrebbe dovuto rafforzare ulteriormente le conoscenze e le capacità trasversali acquisite. ≪Purtroppo, però, la scuola ha dovuto chiudere a causa della pandemia, dunque non siamo più riusciti a concludere l’attività.≫

In questo ‘rush finale’ i bambini e le bambine avrebbero dovuto progettare un percorso in cui inserire degli ostacoli da evitare. Chi nel minor tempo possibile fosse riuscito a far giungere il robot al sacco giusto rispetto alla parola assegnata, avrebbe vinto la sfida. 

I vari gruppi si sarebbero poi sfidati tra di loro scambiandosi e assegnandosi nuove frasi e parole.

≪Anche se a distanza, ho comunque avuto modo di raccogliere i commenti dei miei alunni. È emerso che la stessa attività è stata recepita in molti modi diversi.≫ Qui alcune delle considerazioni raccolte:

Alla fine siamo riusciti a far fare tutto il percorso a Sphero ma abbiamo avuto un pò di difficoltà a guidarlo perché quando lo portavamo avanti, tramite il joystick, lui tornava indietro. E poi Sphero è molto difficile da guidare perchè è un robot serio.

Abbiamo imparato a programmare il robot e abbiamo imparato anche a classificare le parole, i nomi, gli articoli e gli aggetti. Abbiamo anche imparato a inserire nelle frasi gli aggettivi, nomi e verbi. Ci è servito per ripassare.

Abbiamo Imparato a rispettare meglio le regole grammaticali.

In futuro, Sangiorgio vorrebbe riprendere in mano il progetto ed ampliarlo, aggiungendo magari moduli più tecnologici, dedicati alla struttura dei robot, ma sempre tenendo come cardine l’interdisciplinarietà, punto di forza delle attività della docente.

Sei interessata o interessato al progetto di Roberta Sangiorgio? Faccelo sapere, vi metteremo in contatto.
Lab2Lab fa parte de La cassetta degli attrezzi, la sezione del sito Yunik dedicata alla condivisione di idee, attività, ricerche nell’ambito della robotica educativa.